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SALVO IL CAMIONISTA


di santoBEVITORE
30.10.2013    |    19.486    |    13 9.5
"è stato un pompino quasi meccanico..."
non c'è molto da aggiungere: mi ha guardato, l'ho guardato, e abbiamo capito che avremo scopato.

mi sono fermato all'autogrill per prendere le sigarette, ma quando ho sentito il tipo in fila davanti alla cassa che ordinava un caffè ho deciso di prenderne uno anche io.
ha una 50ina d'anni, non particolarmente alto, la barba non curata brizzolata come i pochi capelli, e un inizio di pancetta tipica dei camionisti. sembra non curarsi di quello che succede intorno; concentratissimo prende una bustina di zucchero, la strappa e la versa nella tazzina, la piega in 4 e l'appoggia sul piattino, afferra il cucchiaino e gira il caffè in senso antiorario. poi alza lo sguardo e mi fissa.
e capisco.
e sono sicuro che capisce anche lui.
restiamo a fissarci qualche istante, poi anche io giro il caffè e faccio per berlo
- non lecchi il cucchiaino? dice
- come scusa ? dici a me ?
- si, non lecchi il cucchiaino? sembri il tipo che lo lecca.
è incredibile ma riesce a dirlo senza essere allusivo, senza apparire malizioso, in un modo talmente normale da farmi quasi vergognare per quello che, invece, io mi sono immaginato fra le righe.
- si, di solito lo faccio, dico, devo essere un po' stanco
- ecco perché bevi il caffè
non è una battuta. non lo dice come una battuta.
bevo in fretta ed esco, schivo una piccola comitiva appena scesa da un autobus e mi appoggio ad un cartellone per accendermi una sigaretta.
meno di un minuto ed esce.
si guarda intorno e viene verso di me.
- me l'offri una sigaretta?
si chiama Salvo e viene da Caserta, sta andando a scaricare a Bologna, fuma lentamente muovendo le mani con una grazia che contrasta con i calli e con le grandi dimensioni delle dita.
due parole sul traffico, sulla stagione... non ricordo, niente di importante.
- se sei stanco puoi riposare un po' nella mia cabina, resto fermo ancora almeno mezz'ora.
lo dice guardandomi negli occhi mentre butta a terra la sigaretta fumata a metà, non ha tempo da perdere il buon Salvo, prendere o lasciare, salire in cabina o salutarci.
- andiamo, dico, e butto la mia cicca.

lo seguo nel parcheggio attraversando un dedalo di autobus e camion, finché arriviamo verso il fondo; il suo tir è enorme, con la cabina azzurra e argento, proprio accanto ad una grossa siepe.
- ho voglia di pisciare, dice.
lo seguo dietro al cespuglio fingendo di dover pisciare anche io, ma in realtà non provo nemmeno a sbottonarmi i jeans, sono ipnotizzato dal movimento delle sue dita che si abbassano i pantaloni e gli slip, armeggiano e tirano fuori un bel cazzo floscio e largo, con la cappellona che spunta dal prepuzio.
Salvo si accorge che lo sto guardando e si volta per farsi vedere ancora meglio, due secondi e inizia a spruzzare pipì.
non molta a dire il vero, un paio di spruzzi abbondanti, poi smette di pisciare e inizia a scappellarsi l'uccello lentamente.
guardo il suo glande largo e viola che si scopre completamente e poi torna a nascondersi, guardo la sua pelle che si tende, guardo le ultime gocce di piscio che cadono nella penombra della siepe.
Salvo non dice niente, ma fa un passo avanti riducendo la distanza tra di noi. non riesco a pensare ad altro che al suo uccello, al calore della sua pelle... non aspetto un invito, faccio un passo avanti e mi inginocchio allungando una mano.
mi avvicino l'uccello al viso ed inspiro... è magnifico.
un odore pulito ma selvatico, pungente, speziato, l'odore di un uomo che lavora, l'odore di un maschio.
lancio una mano ad esplorare il suo torace mentre con l'altra gli tiro indietro il prepuzio e mi spingo il suo uccello fra le labbra.
- piano, dice
con una lentezza esasperante lo faccio scivolare sulla lingua e lo accolgo in gola, muovendo piano il collo avanti e indietro.
Salvo mi appoggia le mani sulla testa e mi spinge delicatamente ma con fermezza.
le sensazioni si accavallano, il suo odore, il sapore, il calore, tutto si fonde in un cuneo di piacere immenso che si fa strada nel mio corpo, partendo dalla testa e finendo alle terminazioni dell'inguine.
mi spinge il cazzo in bocca e si ferma, immobilizzandomi la testa.
provo a mulinellare con la lingua ma mi blocca con un "fermati!" che non concede repliche.

sono li, in ginocchio fra i cespugli, con il cazzo sudato di un camionista piantato sotto al palato, immobile, in attesa... ma malgrado le mie pompate il cazzo è ancora molle.
improvvisamente mi sembra di sentire un sapore diverso, acre con una punta di dolciastro... non capisco... poi avverto un movimento sulla lingua... sta pisciando!
senza dire una parola Salvo si abbandona, spreme la vescica e inizia a dondolare quasi impercettibilmente fra le mie labbra.
non è una pisciata potente, non sta spruzzando con forza... piano, pianissimo riversa piccoli schizzi di piscio e contemporaneamente mi spinge la testa.
non ho mai bevuto il piscio, non così tanto.
mi è successo di leccare cazzi appena pisciati, mi è successo che mi pisciassero addosso e in bocca, ma mai, davvero mai ho bevuto tanto piscio... ma non ci sono alternative e, devo ammetterlo, sono eccitatissimo. ingoio il primo sorso ed è come rompere una diga.
appena si rende conto che sono succube Salvo apre i rubinetti e piscia ancora e ancora, mi spinge il cazzo in gola e piscia tutto... e mi fa bere tutto. credevo di non farcela, credevo che avrei vomitato tutto, credevo che sarei stato disgustato... e invece.
quando ha finito di pisciare molla la presa sulla mia testa ma io continuo a succhiare e finalmente, dopo qualche secondo, sento che il suo bel cazzo inizia ad indurirsi.
e diventare pietra.

è stato un pompino dal flusso regolare; Salvo mi imponeva il movimento spingendomi la testa scandendo un ritmo rigoroso, con poche pause e molti accenti sugli affondi. come in un meccanismo perfetto le mie labbra erano sincronizzate con l'ondeggiamento del suo bacino, e il suo uccello entrava ed usciva dalla mia gola con la precisione di un pistone nel cilindro di un motore.
lo confesso... è stato un pompino quasi meccanico... nella mia testa continuavano a rimbalzare gli stimoli sinaptici... gli stessi spezzoni alla moviola. il camionista virile, il suo bel cazzone odoroso, tutto quel piscio. tutto nella mia gola.
Salvo gode quasi in silenzio, come se pregasse.
mormora appena, un piccolo ansimo ogni tanto, non si concede ai fronzoli nemmeno nell'espressione del proprio piacere, ma quando si avvicina il momento dell'esplosione gli sfugge un gemito.
mi blocca la testa fra le mani e prosegue a fottermi la bocca in una serie di spinte che portano il suo uccellone in fondo alla mia gola.
si scosta e si blocca un secondo con la cappella a pochi centimetri dalla mia bocca.
due spruzzi forti e potenti mi raggiungono le labbra e la barba, poi me lo spinge di nuovo in gola e riprende a farmi pompare mentre la sua cappella continua a spruzzare litri di sborra. l'immagine del suo schizzo si fonde con l'estasi del suo sapore, pompo, lecco, ingoio.

il mio bel camionista è generoso e mi lascia pompare e ripulirgli l'uccello con la lingua fino a che non torna ad essere molle.
mi rimetto in piedi.
"ti va una birra?"
la sua voce mi riporta alla realtà e chiude definitivamente il nostro eccitantissimo siparietto erotico.
senza aspettare la mia risposta apre una bottiglia di moretti e mi porge un bicchiere di plastica.
sorseggiamo in silenzio per qualche minuto, fingendoci entrambi troppo interessato al traffico autostradale dietro alla siepe, poi improvvisamente dice "cazzo... sei bravo".

ciao Salvo, fai buon viaggio.
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